Original Sin «Space Cowboys» (2019)

Original Sin «Space Cowboys» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
18.05.2019

 

Visualizzazioni:
986

 

Band:
Original Sin
[MetalWave] Invia una email a Original Sin [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Original Sin

 

Titolo:
Space Cowboys

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Matteo Berti :: Vox, Guitars
Federico Maioli :: Guitars
Manuel Montanari :: Bass
Luca Canella :: Drums

 

Genere:
Hard Rock

 

Durata:
28' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2019

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Appena un mese e mezzo dal debut album, ritornano i Ravennati Original Sin con il loro secondo full length chiamato “Space cowboys”, che condensa 8 brani in 28 minuti di una musica presumibilmente composta registrata in una fase successiva e diversa a quella del primo album.
Sì perché se la precedente release degli OS era fin troppo acerba e quasi affrettata, “Space cowboys” non ha miglioramenti stilistici, ma ripropone la stessa formula compositiva hard n heavy, solo rifatta un po’ meglio e stavolta in maniera più decente, direi leggermente più matura. Intendiamoci: per qualche strano motivo alcuni difetti rimangono, come il chitarrista che se ne va fuori tonalità negli assoli e le composizioni sono basilari e già sentite, ma almeno qui c’è un po’ più esperienza e si sente, come nella più diretta e carina “Back to the past” e nella un po’ più compatta e metal oriented “Into the world”, che controbilanciano una “The music” decisamente banalotta e elementare. Questi sono gli alti e bassi di un disco dunque frutto di una band leggermente migliorata, che probabilmente non si sogna di voler spaccare tutto e andare a suonare al Wacken, ma che fa il proprio lavoro maturando pian piano. Aspettiamo dunque che maturino ulteriormente, chissà che un giorno non rilascino una bomba di disco.
Ma questo traguardo per ora è ancora lontano e c’è da lavorare. “Space cowboys” non è un album da cestinare ed è anzi consigliabile se apprezzate l’hard n heavy anche a livello underground, ma solo se non siete di troppe pretese.

Track by Track
  1. Space Cowboy 60
  2. Save what is yours 60
  3. Back to the past 65
  4. Into the world 65
  5. Streets of terror 60
  6. The long travel 60
  7. The music 55
  8. I can't live 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
60

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 18.05.2019. Articolo letto 986 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.